CONFIDA PROPONE L’ESTENSIONE DELL’IPER AMMORTAMENTO ALLE APPARECHIATURE E SOFTWARE DEL SETTORE
IL SETTORE TEME L’ACCANIMENTO FISCALE E SI OPPONE ALL’IPOTESI DI UNA BLACK BOX PER LA SECONDA FASE
Roma, 16 novembre 2016 – 45 milioni di euro è quanto il settore della Distribuzione Automatica di cibi e bevande, il cosiddetto vending, sta spendendo per adeguarsi all’obbligo della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi introdotto col Decreto Legislativo 127/2015. L’obbligo della comunicazione (inizialmente previsto per il 1° gennaio 2016) è stato prorogato per mezzo del Decreto Fiscale (22 ottobre 2016 n° 193) al 1° aprile 2016.
I 45 milioni sono dovuti al cambio di gettoniere, dispositivi cashless (le cosiddette “chiavette”), acquisto e aggiornamento di software, acquisto di palmari e smartphone di cui le aziende del settore si devono dotare per poter essere pronte a inviare i dati dei corrispettivi delle vending machine a partire dal 1° aprile all’Agenzia delle Entrate.
“Il settore si è comportato in maniera molto responsabile – spiega Piero Angelo Lazzari, presidente di CONFIDA Associazione Italiana Distribuzione Automatica – e si sta adeguando all’obbligo di legge. Ciò non toglie che si tratta un provvedimento la cui attuazione ricade pesantemente sulle spalle delle nostre aziende. L’adeguamento a questa normativa comporta costi economici e “ore uomo” che avrebbero potuto essere utilizzate più proficuamente per lo sviluppo e l’innovazione con la conseguenza di far crescere l’occupazione”.
I 45 milioni ricadono peraltro prevalentemente sulle PMI del settore che rappresentano l’80% delle aziende della distribuzione automatica.
La riforma peraltro avviene in un momento di rallentamento del mercato e in generale dei consumi alimentari “Il mercato del vending – continua il presidente di CONFIDA – che lo scorso anno cresceva del +3,4% quest’anno subisce una frenata e registra una leggera perdita del -0,1%. D’altronde questo riflette la situazione generale in cui versano in consumi alimentari nel nostro Paese che secondo i dati Istat hanno segnato un calo di circa l’1%”.
Per il settore inoltre non è stata prevista alcuna agevolazione fiscale che in genere viene accompagnata a una misura di tale portata come capitò negli anni Novanta con l’introduzione dei registratori di cassa per i negozi quando fu erogato un credito d’imposta prorogato anche negli anni successivi. “Mi rendo interprete della profonda preoccupazione delle imprese del Settore – afferma il presidente di CONFIDA Lazzari – per invocare un criterio di equità e riaffermare quanto sia necessario stabilire un rapporto di fiducia tra imprese e Amministrazione fiscale sulla base del riconoscimento di un reale sostegno. Per questo abbiamo presentato proposte emendative al disegno di Legge di Bilancio 2017 per una estensione dell’pre-ammortamento al 250% per l’acquisto delle apparecchiature e software necessari. Sarebbe un’autentica una boccata d’ossigeno per il settore”.
Ma non è finita qui. Perché L’Agenzia delle Entrate, come anticipato nel Provvedimento del 30 giugno 2016 considera questo adeguamento costato già alle casse delle aziende del settore 45milioni di euro solo una “fase transitoria” che dovrebbe terminare il 31 dicembre 2022 per poi passare ad una fase a regime mediante nuove ed aggiuntive applicazioni e procedure. Soluzioni, che secondo le indiscrezioni trapelate, costerebbe al settore dieci volte tanto. “Abbiamo calcolato un costo di circa 400 milioni di euro per il settore – precisa il presidente di CONFIDA – un drenaggio finanziario incomprensibile ed insopportabile che porterebbe immediatamente il nostro Settore a collassare con immediate e drammatiche ripercussioni occupazionali per i 30 mila addetti”.
“Sul presupposto del buon lavoro portato avanti al tavolo del confronto tecnico con l’Agenzia delle Entrate che si fa apprezzare sotto il profilo professionale” in occasione degli Stati Generali del Vending che si tengono oggi, 16 novembre, Roma presso Confcommercio alla presenza dell’Agenzia delle Entrate e del Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Cassero, CONFIDA ha chiesto con forza che “si verifichino i risultati dei primi anni di sperimentazione. Se i dati riscontrati saranno in linea con le attese dell’Amministrazione Finanziaria, allora vorrà dire che le soluzioni in vigore dal 1° aprile prossimo saranno da ritenersi sufficientemente adeguate e rispondenti ai criteri di trasparenza e certezza su cui si fonda la riforma fiscale”.